Tracce di preistoria nel territorio di Cannole
La presenza umana del territorio di Cannole risale a tempi remoti, quando ancora si viveva di caccia e raccolta di quello che la natura offriva. Le testimonianze più antiche, fino ad ora riscontrate, provengono dalla località detta “Serra di Montevergine” (tra Cannole e Palmariggi) e risalgono al periodo del Paleolitico superiore.
I reperti, recuperati sporadicamente nella zona, ed oggi custoditi nel Museo paleontologico di Maglie, sono esclusivamente realizzati in selce (roccia sedimentaria molto dura), lavorata dai preistorici scheggiandola per ottenere strumenti per la caccia e per altre attività quotidiane.
Questi uomini del paleolitico erano gruppi nomadi costituiti da poche persone che, a causa dello scioglimento dei ghiacciai, si spostavano dalle steppe dell’Europa centrale nelle regioni atlantiche della Francia e nell’Italia meridionale, trovando riparo nelle grotte naturali (ad esempio nella zona salentina testimonianze paleolitiche sono state scoperte nella Grotta Romanelli-Castro e nella Grotta Cavallo – Nardò).
Anche le Serre Salentine furono scelte dai Paleolitici come punto strategico per la caccia, grazie all’ottima visibilità che si aveva da queste alture. Nella zona di Santu Lasi, sempre nei pressi della Serra di Montevergine, è testimoniata anche la presenza di gruppi neolitici agricoltori-allevatori quali crearono i loro villaggi di capanne sul pianoro sfruttando questa volta l’ottima visibilità per difendersi da eventuali attacchi da parte di altre comunità preistoriche. Nella zona esiste tuttora il Menhir detto di Santu Lasi.
Intorno ad esso sono stati rinvenuti frammenti di ceramica ad impasto del neolitico e anche dell’età del Bronzo. All’interno del centro abitato in passato erano presenti altri megaliti oggi scomparsi, come il Menhir detto “Osanna”, distrutto nei primi anni del 1900, Menhir “Anfiano I” e Menhir “Anfiano II” (anche questi ultimi due si ritenevano ormai distrutti ma sono stati riscoperti da me negli ultimi anni).
Testo: Cristian Villani
Storia di Cannole
Adagiato sulla serra salentina, a 100 m s.l.m., Cannole dista circa otto chilometri dalla costa adriatica. Il leggero dislivello, nei limpidi giorni di tramontana, consente di osservare nitidamente dal borgo cannolese il mare idruntino. La popolazione, che fino a qualche decina di anni fa era quasi esclusivamente contadina, è di circa 2000 abitanti. Non sono chiare le origini di Cannole. Alcuni storici ritengono, infatti, che l’abitato sia sorto intorno all’VIII secolo d.C., altriinvece ne collocano la nascita intorno al XII secolo d.C., in epoca normanna. Sicuramente gli uomini che trovarono rifugio e che poi si stanziarono stabilmente nel territorio di Cannole, lo scelsero il luogo poiché ricco di canneti: l’ideale per nascondersi da scorrerie nemiche!
La canna, da cui il centro prese il nome, diventò il simbolo di questa terra, tant’è che ancora oggi è effigiata sullo stemma del paese. Cannole fece parte integrante del Principato di Taranto sino al XIII secolo. Nel 1583 fu dato in feudo ai Baroni Personè, che lo mantennero per quasi cento anni. Nel 1747, Cannole passò ai Granafei, ai quali si devono alcuni lavori di abbellimento e ampliamento del paese. In quel periodo umentò sensibilmente anche la popolazione.
La storia di Cannole degli ultimi cent’anni è stata fortemente caratterizzata dalla presenza della Famiglia Villani, in particolare del medico – chirurgo di fama nazionale Giuseppe Villani, nato a Cannole nel 1863. Diversi sono i Palazzi nobiliari fatti costruire dai Villani.
Testo: Simona Cancelli
Stemma
Tale immagine fa riferimento al nome del paese a cui fu dato tale nome perché anticamente nelle campagne circostanti vi era un’abbondante presenza di canneti.
“…et quia ager conterminus ferax erat cannis Cannulae fluxuit” (… e perché il territorio circostante era rigoglioso di canne, venne chiamato Cannole) sostiene lo storico Vincenzo Masselli nell’800.
Pagina aggiornata il 23/02/2024